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Tonino Perna 23.02.1999

Economia > La mondializzazione interpella la coscienza (gennaio-marzo 1999)



Noè e il buco dell'ozono

Salvaguardia del creato, sopravvivenza, sviluppo sostenibile





In tema di salvaguardia del Creato occorre anzitutto scegliere e fissare alcune idee guida.



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La problematica ambientale appare agli occhi della maggioranza come una crisi naturale e non come una crisi sociale. Se si assume come filo conduttore lo studio del Wuppertal Institut tedesco, dedicato a Riconversione ecologica, Nord-Sud e Nuovi stili di vita, appare chiaro il sostrato materiale e misurabile delle modificazioni ambientali e si comprende come debbano essere ricondotte all'azione umana.
Gli studiosi tedeschi hanno fissato l'attenzione su
otto idee-guida, da considerare come indicazioni per l'avvio di una auspicata trasformazione verso un rapporto corretto dell'uomo con l'ambiente, senza voler con ciò prefigurare un organico processo tutto coordinato, di per sé quasi irrealizzabile nella società multiforme e complessa in cui viviamo. C'è però un elemento comune a tutte le idee-guida: trasformare i limiti in opportunità.



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1. Una giusta misura per lo spazio e per il tempo
2. Un programma verde per il mercato
3. Dal sistema di produzione lineare a quello ciclico
4. Vivere bene invece di avere molto
5. Infrastrutture intelligenti
6. Rigenerazione della campagna e dell'agricoltura
7. La città come ambiente di vita
8. Giustizia internazionale e vicinato globale



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Il motto del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) suona cosi: “citius, altius, fortius” e rispecchia il mito del progresso otto-novecentesco. Alex Langer aveva proposto un altro motto, riassuntivo dell'orientamento ambientalista condensato nelle idee-guida elencate nel paragrafo precedente: "lentius, profundius, suavius".
L'aumento progressivo della velocità si è trasformato in una spirale senza fine di allungamento delle distanze, minor controllabilità delle relazioni a distanza, dilatazione degli ambiti propri di ciascun individuo senza reali contropartite di benessere morale materiale. Un effetto dei mezzi di trasporto rapido è che solo una parte della società fruisce dell'accelerazione: un'altra parte è stata rallentata, ed è la parte più debole e meno protetta (anziani, bambini, alcune fasce sociali femminili). Dunque la velocità generalizzata produce disuguaglianza sociale aggiuntiva. L'obiettivo dei mezzi di trasporto collettivi è il raggiungimento di velocità sempre maggiori: data la finitezza della Terra, un simile modello sta diventando un'ipoteca di rapina sul futuro. Nei maggiori paesi europei i treni ad alta velocità, oltre ad occupare sempre maggior superficie territoriale e a imporre crescenti misure di sicurezza, accrescono le disparità fra le poche grandi direttrici di traffico e i trasporti regionali o interregionali, penalizzano i rapporti vicendevoli coi vicini e favoriscono soprattutto il commercio a lunga distanza. Occorre un uso più corretto dello spazio e del tempo.
Il mercato, specialmente oggi che è globalizzato, è il luogo in cui l'espansionismo economico e la distruzione delle barriere socio-culturali per effetto della collocazione internazionale del lavoro possiedono una terribile forza distruttiva. Ma il mercato può essere anche il luogo in cui si manifesta beneficamente il potenziale creativo che può sprigionarsi dallo sviluppo delle forze di mercato improntate ad un corretto rapporto con l'uomo, fra gli uomini, e con l'ambiente. L'obiettivo non può essere una società di mercato in cui settori crescenti dell'esistenza umana sono determinati dai rapporti di forza fra domanda ed offerta, ma una economia di mercato inserita - per quanto possibile in modo armonico - in quel tutto più ampio che chiamiamo società. Deve essere quindi ben presente una strategia di sostenibilità tale da comportare una riduzione del consumo di energia, di materie prime e di territorio, con l'obiettivo (almeno a medio termine) della eliminazione di costi sociali come:

- quelli indotti dal traffico
- quelli da maggiori distanze e interconnessioni
- quelli da perdita di integrazione con l'ambiente socioeconomico circostante
- ecc.
In sintesi sarà importante
ricostruire il rapporto con l'Altro, a partire dal mercato e dall'uso delle categorie di spazio e tempo.


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Molto rilevante il passaggio dal sistema di produzione lineare a quello ciclico. Non limitarsi, cioè, a immettere nel ciclo produttivo le materie prime fino a giungere - attraverso un numero variabile di passaggi - ai prodotti finiti, ma ridisegnare cicli e impieghi di materie prime e di energia per ridurre i prelievi distruttivi operati sulla natura, salvaguardando nel contempo l'economia di mercato, da cui dipende la nostra sopravvivenza.
Criteri fondamentali:
dematerializzazione e perseguimento della ecologia industriale. La dematerializzazione è la riduzione (da conseguire in un periodo pluridecennale) dei flussi di materiali ed energie sottratte alla natura, con l'obiettivo di scendere a non più di un decimo dei consumi attuali (detto in sintesi fattore 10); l'ecologia industriale si riassume nella attuazione del principio di coesistenza e compenetrazione dei due sistemi, ecologico ed economico, che possano integrarsi senza minacciare la capacità di vita l'uno dell'altro.



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Il quarto punto è nel segno di Fromm: essere, non avere. Gli studiosi tedeschi auspicano il ritorno a una filosofia di vita emersa negli anni 70 e poi perduta sotto l'incalzare delle voci che quotidianamente si levano per esaltare la competizione, presentata come un valore assoluto. Da qui scaturiscono le proposte: utilizzare invece di possedere, ricchezza di tempo invece di ricchezza di beni, eleganza della semplicità, soddisfazione di essere sobri.



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Questi princìpi - insieme a molti altri che si tralasciano per brevità - costituiscono le basi per la costruzione di una economia capace di sviluppo e soprattutto sostenibile; non vengono portati avanti come proposte morali, bensì come elementi costitutivi di un progetto politico e sociale che non ha alternative, se non si vuole giungere in breve a situazioni di non ritorno e certamente pesantissime per le prossime generazioni.
Si ravvisa in questa impostazione anche un
codice di condotta morale, che dà indicazioni di giustizia nei rapporti fra le generazioni e, se vogliamo considerare soltanto l'oggi, fra Nord e Sud, fra popoli sviluppati e popoli fornitori dei pochi popoli ricchi. Questi elementi di giustizia, di rispetto dell'Altro, di saggezza nell'amministrare il capitale-natura (che è di tutti, e non di chi lo amministra), di non sottrarre ai più deboli le risorse di cui hanno bisogno, possono essere certamente filo conduttore di una lettura biblica perché sono principi connaturati alla Bibbia.





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